Due opere a confronto - Critica di Walter Boni

DUE OPERE A CONFRONTO: "VENISE" e "L'IO RIFLESSO" (Testo del Prof. Walter Boni) 


  Titolo: VENISE (olio su tela cm. 80x80)     .     Titolo: L'IO RIFLESSO (olio su tela cm.60x80)


(...) L'altro elemento costitutivo nella rappresentazione dei volti, forse più difficile da cogliere ma altrettanto importante, è il senso del tempo. Il tempo inteso, ovviamente, non come quello segnato dalle lancette dell’orologio, ma come tempo interiore.

In opere per esempio, come “Venise” e “L’io riflesso”, lo studio della comunicazione dei due visi, diviene meticoloso: "Venise" raffigura una giovanissima fanciulla, ma nell’immaginario dell’artista, ella “è” Venezia stessa, uno “spirito immortale", e la interpreta assecondando le suggestioni e sensazioni provate durante una visita alla città, piuttosto che volerne raccontare la vera storia. Ne "L'io riflesso" invece, l’anziana donna rappresenta la consapevolezza di sé e la raggiunta libertà interiore che permette di tramutare i difetti in pregi: il volto espone la pelle grinzosa ad un fascio di luce violenta, lasciando emergere una componente temporale che intesse con la figurazione un intenso dialogo. “Venise” si mostra all’osservatore come un "volto di giovane donna" dai lineamenti contemporanei, in cui ogni dettaglio apparentemente banale, è invece un indizio indispensabile allo scopo dell'artista, che vuole offrirci, in una composizione armoniosa, una immagine allegorica irraggiungibile nella propria essenza e ricca di significati, che tramutano il volto in una maschera atemporale: il viso pallido e sensuale sotto un velo di cipria, appena truccato di giallo dove incontra la dolcezza del suo sguardo assorto; il velo trasparente del color dei canali appoggiato sul capo, che pone in risalto le carnose labbra infantili e purpuree, socchiuse nel gesto incerto di quell'attimo, appositamente non definito. Per la Baracchi, Venezia rappresenta l'armonia degli opposti e la descrive dicendo: ...E' l'eterna fanciulla puramente gaia e istintivamente gioiosa, ma talmente nostalgica e seducente, che ci coinvolge nella passione dei suoi segreti tormenti.

In “L’io riflesso” abbiamo invece un volto di donna “segnato” dal tempo, un volto dalla pelle grinzosa e diversamente leggibile a seconda della luce in cui esponiamo la tela, per l’alternarsi della maggior evidenza del profilo o del tre quarti. In quest’opera il tempo non si focalizza, come in “Venise”, nella visibilità dell’attimo che esprime l’eterno, ma si dilata in una dimensione della vita che diviene esperienza accumulata nel tempo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino al suo finire: la saggezza dell’età che rende preziose e belle anche le rughe più marcate. L’effetto ottico di sdoppiamento ci offre inoltre una visione a due prospettive, suggerendoci l’idea di un "io" che è giunto ad una conoscenza speculare di se stesso, incitando l’osservatore a ricercarne l’essenza. Per questa via maestra, che è quella di una rappresentazione della figura umana densa di significati simbolici impliciti, sembra essersi avviata l’attuale ricerca di Maria Cristina Baracchi. Chi la vedesse dipingere, si stupirebbe notando il suo soffermarsi per tempi lunghissimi su un particolare di un volto, un’ombra o una luce, una velatura di colore, da lei sentiti come importanti indizi della complessità del cuore umano. Una via nuova e lontana da soluzioni facili e stereotipate, ma per questo tanto più moderna ed innovativa.______________________________Walter Boni (2009)



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di Maria Cristina Baracchi
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